I ristoranti dopo il Covid: menu e spazi si adattano
Quando si scrive di cucina, spesso si prendono incredibili cantonate cercando di prevedere le tendenze del futuro. Per esempio, si scommette su ingredienti che non prendono piede, si incorona come nuova star dei fornelli un giovane chef che non mantiene quanto ha promesso, e al lettore più generalista questo tiro al bersaglio così alla cieca può apparire ridicolo.
Un caso in cui tutti i critici gastronomici sono concordi è quello del post-Coronavirus. L’idea condivisa è che una volta domata la pandemia, i locali che sopravviveranno saranno non solo quelli dalle spalle larghe da un punto di vista economico, ma quelli che comprenderanno che le regole del gioco dovranno per forza di cose cambiare.
Cosa aspettarsi dal futuro dei ristoranti
Lo ha detto bene Friedrich Schmuck, chef di casa al Piano B di Siracusa: si cercherà di evitare di sprecare ingredienti preziosi, per esempio. Questo verrà ottenuto mettendo mano ai menu e diminuendo le proposte sulla carta.
In più si vorrà tranquillizzare il cliente più ansioso arredando i locali con meno tavoli, distanziati anche dopo i vaccini: proprio questo è un caso in cui il design è chiamato a rispondere alle mutate esigenze del settore, con un approccio più minimalista.